La rendicontazione finanziaria e quella economico-patrimoniale faticano a viaggiare con le stesse scadenze. Del tema si tornerà a discutere oggi alla commissione Arconet, dopo la richiesta di proroga avanzata dall’Anci (si veda il Quotidiano degli enti locali e della Pa del 27 marzo), proroga chiesta da molte ragionerie degli enti locali. L’esigenza, evidenziata nella nota inviata dall’Anci alla Ragioneria generale, è quella di un differimento a regime del termine per la rendicontazione economica, che si affianchi al carattere sperimentale delle nuove disposizioni.
Procedimento complesso
Per comprendere il problema è necessario ricordare che l’attività di ricognizione dei residui posta a carico dei vari responsabili comunali, che precede l’operazione di riaccertamento da parte della giunta, è diventata un’attività complessa che richiede molto tempo. Non si tratta infatti di confermare un semplice impegno di spesa o un accertamento di entrata, ma di incrociare le spese con le entrate correlate, di verificare con attenzione i requisiti di certezza, liquidità ed esigibilità, di allineare i dati del pareggio di bilancio e quelli tra gestione degli appalti e registrazioni contabili correlate. Al termine del procedimento, la proposta di delibera va sottoposta all’organo di revisione che deve rilasciare un primo parere preventivo, e certificare i risultati finali del pareggio di bilancio. Poi i dati del riaccertamento entrano a far parte di un secondo provvedimento, con il quale la giunta approva la proposta di rendiconto da sottoporre al consiglio comunale. In questo caso i revisori possono rilasciare il loro parere non prima di 20 giorni dalla data di consegna del materiale, termine che va garantito anche per l’esame da parte dei consiglieri comunali.
Il collegamento con il consolidato
La stratificazione di queste fasi restringe il tempo di lavorazione della parte patrimoniale, che va a innestarsi tra la fase di riaccertamento e l’approvazione della proposta di rendiconto; ad essa va aggiunto l’allineamento con gli inventari e la registrazione delle risultanze delle società partecipate, elemento da non trascurare per garantire un risultato informativo corretto in sede di bilancio consolidato, a settembre. In quest’ottica, sSpostare i termini permetterebbe agli enti di entrare in possesso dei dati definitivi dei bilanci delle società partecipate, con la possibilità anche di analizzare le operazioni infragruppo, e assicurare la giusta attenzione alle registrazioni inventariali. Potrebbe poi essere utile attivare una fase di pre-test sui controlli incrociati della banca dati delle amministrazioni pubbliche.
di Daniela Ghiandoni ed Elena Masini